Il paratleta Carvani Minetti si racconta
“Il mio non limite è questo: costruire con la mente nuovi modi di fare le cose, ideare sempre nuove strategie e metterle in atto, per alzare sempre di più̀ l’asticella di ciò̀ che posso fare. Il limite per me è quando non ci provi neanche”. Parole di Alessandro Carvani Minetti, paratleta della nazionale italiana da poco in libreria con “Voglio le Olimpiadi. Superman, la bici e il mio non limite” il libro che ha scritto con l’amico Armando Barone. Nel volume, edito da Blonk per la collana Storie Contemporanee diretta da Luca Rinaldi, Alessandro racconta di come la sua vita sia cambiata dopo il drammatico incidente del 2003 che ha compromesso irreparabilmente l’utilizzo di entrambe le braccia.
È proprio Alessandro a narrare la sua vicenda in prima persona, a partire dal suo risveglio dopo il coma, nel reparto di terapia intensiva del Policlinico San Matteo di Pavia, dove comincia a prendere consapevolezza della sua nuova condizione, a cui seguirà una lunga riabilitazione punteggiata da nuovi interventi chirurgici per provare a recuperare le funzioni degli arti superiori.
Quando torna a casa, comincia il difficile e doloroso percorso della riconquista dell’autonomia e la rinascita come atleta, con l’arrivo delle medaglie e la conquista del Record dell’Ora. Un passo dopo l’altro, Alessandro riesce in una stupefacente successione di imprese, dal correre la mezza maratona con la fascia per le braccia cucita dalla mamma fino a vincere il Mondiale di paraduathlon su una bici da corsa in tutto e per tutto simile a quella dei normoabili.
Con l’aiuto della famiglia, degli allenatori e degli amici, che a volte intervengono in prima persona nella narrazione, Alessandro ridisegna la propria vita attorno allo sport e racconta il suo rapporto con la disabilità con forza e semplicità. Complice una scrittura quasi parlata, messa a punto dal coautore e amico Armando Barone con l’intenzione di provare a restituire il tono e le coloriture della voce di Alessandro, la sua vicenda emoziona e coinvolge, mostra come sia possibile ricostruirsi una vita a partire da quella matrice che ognuno di noi ha e che nessun incidente può portarci via.