Ambiente e salute: il futuro passa da Pavia

Il rilancio economico di Pavia e del suo territorio può e deve fare leva su ricerca ed innovazione, alla luce dell’elevato numero di soggetti estremamente qualificati che vi operano: dall’Università ai tre Irccs, dal Cnr allo Iuss, dal Cnao alla Fondazione Eucentre.
Più di 3800 sono i ricercatori e docenti, e circa 14000 gli studenti di area medico-scientifico-tecnologica, concentrati in poco più di un chilometro quadrato nel cosiddetto “Distretto delle Scienze”.

Università di Pavia, polo di Via Ferrata

Una simile ricchezza va utilizzata per creare sviluppo sostenibile e impatto positivo sull’intera società. In questa prospettiva, è importante che agli attori della ricerca si aggiunga un robusto contributo di imprese ad alto contenuto innovativo, creando così un autentico eco-sistema della ricerca e della sua applicazione.
Oggi tale visione incontra però il significativo limite di una carenza di spazi infrastrutturali che consentano alle imprese un diretto contatto con i dipartimenti universitari e gli altri centri della ricerca. Così come non vi sono luoghi che possano essere specificamente dedicati alla formazione per il mondo delle aziende, ad esempio master e corsi di perfezionamento, o che possano ospitare laboratori di ricerca applicata, dotati di strumentazione avanzata.
Grazie al coinvolgimento di Regione Lombardia, e ad un finanziamento di 12 milioni, si costruirà in via Ferrata su terreni edificabili di proprietà dell’Università, un “Centro di ricerca universitaria e sede di laboratori di innovazione tecnologica”.
Il Centro costituisce il primo indispensabile tassello del più ampio progetto che vedrà la nascita del “Parco Gerolamo Cardano per l’innovazione sostenibile”, in cui aziende, servizi e laboratori di ricerca opereranno fianco a fianco, in linea con i temi di ricerca dell’Ateneo e i Sustainable Development Goals delle Nazioni Unite, con la prospettiva di una collaborazione efficace, a beneficio di progettualità comuni e nella prospettiva di inserimento di studenti per tirocini e stage.

Il Centro di ricerca sarà realizzato entro il 2023. Con l’esigenza di creare nuove prospettive e condizioni innovative di sviluppo per la ripresa post emergenza sanitaria. Per raggiungere questo obiettivo, le imprese produttive avranno la possibilità di sfruttare la sinergia con tutti i soggetti della ricerca, a partire dai 18 dipartimenti dell’Università. L’infrastruttura per l’innovazione tecnologica, che ospiterà le Aziende, sarà realizzata e finanziata da un investitore/gestore privato attraverso un modello di crescita incrementale e progressiva.
L’Università di Pavia ha già avviato alcuni contatti con potenziali investitori interessati a partecipare al bando.

Il Parco Gerolamo Cardano si svilupperà su 11mila metri quadri: 7.600 dedicati all’infrastruttura per l’innovazione tecnologica e 3.400 per il Centro di ricerca e formazione.
Il Parco si concentrerà sull’innovazione sostenibile nelle aree dell’ambiente e della salute. Tra i temi dell’ambiente del Parco Gerolamo Cardano rientrano i materiali innovativi per energia sostenibile, la green chemistry, i materiali e tecnologie per la circular economy, i modelli per prevedere i movimenti della crosta terrestre. Nell’area salute, temi centrali sono radioterapia e imaging diagnostico, medicina personalizzata, minacce virali emergenti, neuroscienze,alimentazione e pharmafood. Tra gli ambiti di ricerca interdisciplinare sono state individuate come tematiche strategiche, di sicuro impatto, la stampa 3D, la microelettronica, la fluidica digitale e l’attività di ricerca e formazione dei 13 dipartimenti Stem dell’Ateneo.

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