Adolescenti vittime della pandemia

Un nuovo questionario per valutare l’impatto del Covid sulla vita degli adolescenti italiani, rivolto ai ragazzi di età compresa tra 12 e 18 anni. Lo ha messo a punto la neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza che tra maggio e giugno dello scorso anno aveva già diffuso un questionario. In quel caso erano stati 1647 (69% femmine) gli adolescenti e i preadolescenti che avevano risposto da 18 diverse regioni. Dallo studio condotto è risultato che ben il 79% presenta uno o più segni clinici riconducibili ad un disturbo post traumatico da stress acuto (29%) e cronico (50%). Perché l’emergenza ha determinato un brusco cambiamento delle nostre abitudini sociali, imponendoci un isolamento forzato a una riduzione dei contatti interpersonali. E i ragazzi non sono stati da meno, hanno dovuto riporre sullo scaffale il pallone o le scarpette da danza, lasciare fermo lo strumento musicale, non vedere gli amici e assistere alle lezioni tramite uno schermo. Una condizione che ora sta facendo sentire i suoi effetti. Sono aumentati, infatti, i tentativi di suicidio, i gesti autolesionistici e da ottobre a dicembre sono pure triplicati i disturbi alimentari. 

“La sofferenza sta travolgendo i ragazzi – dice Luca Capone psicologo della neuropsichiatria infantile del Mondino -. Le richieste di ricovero sono aumentate del 100%, a volte i pazienti ci arrivano dal pronto soccorso, altre volte sono le famiglie a portarceli. Stanno emergendo tutte le fragilità degli adolescenti, che una volta tenevamo sempre occupati e poi li abbiamo bloccati, colpevolizzandoli se si ammalava di Covid un nonno. Nel nuovo questionario che si trova sull’home page del Mondino abbiamo inserito una nuova parte nella quale chiediamo che cosa possiamo fare noi adulti per aiutare i ragazzi. Le risposte che riceviamo sono in gran parte rabbiose o commoventi. Dobbiamo aiutare questi giovani a costruirsi un futuro che ora non riescono a vedere”. Dopo la didattica a distanza e l’isolamento, ora che i ragazzi sono tornati a scuola si sono dovuti confrontare con verifiche e interrogazioni che faticano a reggere. “Il pericolo adesso è la dispersione scolastica – prosegue il dottor Capone -. Noi effettuiamo interventi nelle scuole e talvolta ci imbattiamo in ragazzi che non hanno tollerato la violazione del loro spazio. A luglio e agosto continueremo a lavorare per preparare il rientro in classe, ma la scuola non può ricominciare come si è interrotta. I cinesi, che affrontano più frequentemente le pandemie, ci dicono che gli effetti del Covid si vedranno per i prossimi 5 o 9 anni dal momento in cui tutto sarà finito. Ci sta arrivando addosso uno tzunami che il gruppo di lavoro della neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza sta affrontando stremato perché abbiamo una lunga lista d’attesa e riusciamo a ricoverare soltanto i casi più gravi”

Fondazione Mondino IRCCS
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