Conoscere è un migliorarsi

a cura di Barbarah Katia Guglielmana

                                                           La cultura dell’integrazione

                                                                       è rendere normale domani quel che ieri era impossibile.”  

 Marco Paolini

“Il Cossa mi ha dato la possibilità di sentirmi parte del Paese che mi ha accolto. / Sono salita su un pullman, su cui c’erano persone morte. Avevo paura di morire. / Ci siamo trasferiti per la situazione politica. / Non è stato facile integrarsi. / Mi piace ballare e cucinare. / Ero obbligata ad un matrimonio forzato con un uomo di settant’anni, a subire la sua violenza. Ho solo 13 anni. / Qui posso sperare di avere un futuro. / Dove c’è la guerra e fame l’unica salvezza è fuggire. / E’ stato difficile lasciare tutto e iniziare una nuova vita in un altro paese. / Sono omosessuale e sono perseguitato nel mio paese. Posso venire ucciso per questo. / Sotto le bombe ho solo preso poche cose e ho lasciato il mio paese. / Il treno per fuggire si è fermato per sette ore al freddo. Non è stato facile, ho avuto paura.”

Facciamocelo raccontare da chi scappa da una terra che trema per raggiungerne un’altra più ferma che cosa è la paura, facciamocelo raccontare da chi scappa cosa si deve lasciare per non morire e cosa attraversare per iniziare a vivere. Così la psicologa Claudia Jasmin Marelli del centro EOS, centro per il benessere psichico, ha presentato la giornata dell’INTEGRAZIONE, il 20 marzo scorso, presso l’Istituto Professionale Cossa di Pavia, raccontando l’approdo di un progetto -realizzato con gli alunni e i loro professori, insieme ai colleghi di EOS, volto all’identificazione del significato della integrazione, concludendo che “La conoscenza è alla base della collaborazione e dello stare bene con l’altro”.

Le classi vincitrici 3AA e 3BA.

L’Istituto Cossa di diversi indirizzi professionali: il commerciale, l’enogastronomico, il socio-sanitario e tecnico, il grafico e comunicazione si è unito durante l’anno scolastico in un lavoro di squadra con i suoi strumenti didattici diversi, in una scuola che ha iscritti di varie nazionalità, in un laboratorio di insegnanti e psicologi con gli studenti intenti a capire e a capirsi, provando a narrare l’incontro con l’altro adoperando la parola della filastrocca che parla di migrazione, la canzone tradotta che riconosce l’amore come sentimento universale, il saluto amichevole in un bouquet di tutte le lingue del mondo, le immagini di un video che aiutano a spostare lo sguardo al di là dei propri confini (con le citazioni consentite dai ragazzi per il montaggio dei video), e una mensa apparecchiata come un ristorante multietnico. La dirigente scolastica, la Prof.ssa Cristina Comini, orgogliosa di lavorare in una scuola multietnica ravvede nell’integrazione l’accoglienza e la volontà di conoscere, necessarie ad interpretare le nostre esperienze di vita con quelle altrui.

L’insegnante Paola Poli ha spiegato alla grande platea che in questo laboratorio sperimentale sono emersi due importanti aspetti, da una parte nelle persone straniere c’è il desiderio di voler parlare di sé, dall’altra c’è un enorme desiderio di ascoltare: “Il racconto e l’ascolto consentono la conoscenza”. Ha spiegato che nel momento in cui conosciamo altri mondi, altre culture, altre realtà, altre usanze, altre tradizioni automaticamente non abbiamo pregiudizi. E la dott.ssa Angelica Rajhi ha aggiunto “Le classi plurietniche sono un valore aggiunto, e il conoscere è un migliorarsi”. Dell’incontro sul tema della integrazione con gli studenti sopraggiunti dall’emergenza ucraina, grazie allo stanziamento di fondi alle scuole per rielaborare i vissuti traumatici, ha parlato l’arteterapeuta Alessandra Cantagallo, laddove il suo obiettivo è stato quello di aiutarli a svelare i propri sogni, e tornare a sognarli. E la parola LIBERTA’ è stata quella più manifestata in questo recupero del desiderio.

Sono state quindi premiate le due classi, la 3AA e la 3BA, con una borsa di studio “Luc Quintyn” di 500 euro ciascuna (borsa finanziata da EOS), meritevoli per il loro contributo ed impegno allo sviluppo del tema sulla integrazione, attraversi i laboratori di scrittura e cucina. I premi sono stati consegnati dal dottor Roberto Marino, studioso di etnopsichiatria nonché fondatore di EOS, con l’auspicio ai presenti di considerare quello che ci risultasse estraneo possa invece diventare, ed essere, arricchente.

Tra gli ospiti Reefuges Welcome Pavia, con Luigi Vannella – operatore legale in diversi progetti di accoglienza e fondatore della sede pavese di dodici volontari ad oggi, nata in città nel 2020, che ha spiegato la difficoltà per le famiglie dei rifugiati di affittare una casa, nonostante un contratto di lavoro, e in possesso dell’asilo politico e della protezione che lo stato italiano accorda ai migranti. Presente anche Barbara Guglielmana, medico e responsabile dell’ambulatorio per gli stranieri presso l’IRCCS San Matteo, che ha spiegato il diritto universale alle cure mediche garantito dalla sanità italiana e la presenza di un ambulatorio in città, gestito da volontari, per la continuità assistenziale del migrante.

La giornata si è conclusa nella soddisfazione, nell’impegno di proseguire i laboratori, e soprattutto nel constatare che tra i compagni di banco di etnie diverse ci sono gli amici di domani, perché il mondo oggi è già questo: passaggi di pallone e sorrisi con lacrime che hanno lo stesso gusto per tutti, dolce e amaro.

Foro di Roberto Garlaschi

Straniero  di Carlo Marconi:

Catturo gli occhi tuoi fragili e persi

in quel gentile volto di guerriero

e scopro che non siam così diversi,

anche se qui ti chiamano straniero.

Ti guardo mentre osservi, mentre ascolti,

ti immagino affidare i sogni a Dio,

sospiri assorto nei pensieri, molti,

sorridi e vivi, come faccio io.

Raccontami i tuoi giochi di bambino,

le strarde del paese nei pensieri, molti,

sorridi e vivi, come faccio io,

Raccontami i tuoi giochi di bambino,

le strade del paese in cui sei nato,

i fiori che han dipinto il tuo giardino,

la ninna nanna che ti ha consolato.

E tu, con aria intensa di mistero,

mi dici che la patria tua segreta

abbraccia tutto quanto il planisfero:

si chiama Terra ed è il nostro pianeta.

https://www.psicheos.it/site/

https://www.iiscossapavia.edu.it/n

https://www.facebook.com/refugeeswelcomepavia/

Seguici e lascia un like:

Non perderti i prossimi servizi! Seguici su