Stop Ue al riso dei militari golpisti. Da Pavia un chicco su 3 della produzione italiana

“Finalmente l’Unione Europea (Ue) ha deciso di bloccare le esportazioni agevolate di riso dei militari golpisti della Birmania (Myanmar)”. Lo rende noto con soddisfazione Coldiretti Pavia, nel commentare positivamente la decisione dell’Unione Europea di sanzionare dieci individui e due entità economiche che appartengono all’esercito birmano tra le quali anche la Myanmar Economic Corporation (MEC), il conglomerato gestito dall’esercito birmano che domina il mercato di esportazione del riso mentre le esportazioni ufficiali di riso da parte di aziende private birmane sono quasi inesistenti.

Le importazioni di riso in Italia dalla Birmania hanno superato nel 2020 i 13 milioni di chili per effetto di un aumento del 68% grazie al sistema di preferenze generalizzato con l’Unione Europea di cui gode il Paese asiatico e che si concretizza nell’applicazione dell’accordo Eba (tutto tranne le armi) che consente, denuncia la Coldiretti, di esportare in Europa tutto senza dazi, tranne appunto le armi. L’aumento delle importazioni dalla Birmania è destinato inevitabilmente a sostenere i golpisti in divisa al centro dell’accusa di violazione dei diritti umani ma anche di “genocidio intenzionale” per i crimini commessi contro la minoranza musulmana dei Rohingya alla quale sono stati sottratti i terreni coltivati. 

Alla luce del colpo di Stato e della repressione di regime – sottolinea Stefano Greppi, presidente di Coldiretti Pavia – è quanto mai opportuno adottare misure restrittive come avevano già fatto altri Paesi, per costringere il regime del Paese asiatico a sospendere la dura repressione in atto”. Con oltre 80 mila ettari coltivati a risaia nasce nel territorio pavese più di 1 chicco su 3 (circa il 35%) della produzione di riso italiano.

“Ha fatto bene l’Unione Europea a bloccare le esportazioni agevolate di riso dei militari golpisti della Birmania (Myanmar) – commenta Angelo Ciocca Europarlamentare della Lega -. Le importazioni di riso in Italia dalla Birmania hanno superato nel 2020 i 13 milioni di chili. Questo per un aumento del 68% grazie al sistema di preferenze generalizzato con l’Unione Europea di cui gode il Paese asiatico e che si concretizza nell’applicazione dell’accordo Eba che consente di esportare in Europa tutto senza dazi tranne le armi”. Non solo. “Alla luce del colpo di Stato e della repressione di regime – ha chiuso Ciocca – è opportuno adottare misure restrittive come hanno fatto altri paesi. Così tuteleremo a che i risi pavesi e lombardi dove con circa centomila ettari destinati a risaia nasce più del 40% di riso italiano. Come dire che un chicco su tre è delle province di Pavia e Milano, Lodi e Mantova”.

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